Il mio intento è quello di presentare il percorso di aiuto che viene offerto alle coppie in crisi presentando tre profili professionali che vengono interessati nelle varie fasi di separazione in riferimento al grado di conflittualità espresso dalla coppia.

Iniziamo dalla consulenza separazione-divorzio. Le coppie che si rivolgono ad un consulente sono coppie ad uno stadio di crisi ormai avanzato che quindi hanno già mentalizzato una ipotesi di separazione, ma non l’hanno ancora agita (sono quindi coppie ancora in regime di convivenza). La consulenza accompagna la coppia in un viaggio a ritroso che, partendo dal suo primo incontro, arriva all’evento critico che l’ha spinta a chiedere aiuto, attraversando così l’intero percorso di crisi. Perché, diversamente da come spesso si pensa, la coppia non entra in crisi a seguito di un evento improvviso e sconcertante (es lo svelamento di un tradimento), bensì entra in crisi molto tempo prima, l’evento critico ha solo il merito di esplicitare la crisi, non di generarla. Il Consulente così accompagna la coppia in una rilettura della storia amorosa per ridare nuovo significato agli eventi e aiutare i due a rintracciare la corresponsabilità di quanto accaduto. Emergono così eventi critici che vanno, per così dire, in aiuto alla coppia, che si trova costretta a fermarsi e a riflettere sulla relazione amorosa e eventi invece che sanciscono la sua fine. Nel momento in cui la coppia decide di affrontare la crisi in un tentativo di rilancio il percorso di aiuto viene affidato ad un terapeuta di coppia. Diversamente, nel momento in cui la coppia conferma la sua volontà di dare fine alla relazione, la consulenza prosegue con il percorso di supporto alla separazione. In tal senso la consulenza assume la funzione di guida nella stesura degli accordi di separazione e del piano genitoriale. Le coppie che arrivano a questa modalità separativa consensuale sono coppie non conflittuali perché, come è scopo della consulenza, hanno compreso la loro storia hanno elaborato la fine del rapporto amoroso comprendendone i motivi. In questa fase l’obiettivo più nobile della consulenza è portare in salvo tutto il bene che c’è stato tra i coniugi affinché possano guardarsi a vicenda non più come moglie e marito, ma come genitori del proprio figlio, in modo da poter continuare ad essere genitori uniti, seppur separati (per racchiudere il tutto in un’unica frase: “non ci amiamo più ma ci vogliamo bene in quanto genitori di nostro figlio”).

Percorso diverso invece viene offerto alle coppie che nonostante la consulenza non sono state in grado di stemperare i sentimenti di rabbia e di rancore o ancor più frequentemente alle coppie che si rivolgono ad un professionista quando la separazione è già stata agita (quindi la convivenza si è già interrotta). In questo caso entriamo nel contesto di mediazione familiare, che si rivolge a coppie conflittuali che non riescono ad affrontare la separazione in modo consapevole e nell’interesse del bambino. In questi casi si hanno di fronte due ex coniugi-compagni che singolarmente sono genitori sufficientemente buoni ma che, a causa della rabbia che ancora alimenta forti conflitti, non riescono a fare i co-genitori (genitori insieme). In queste situazioni il delicato intervento del mediatore è quello di accompagnare i due genitori in un percorso di riappropriazione della propria capacità genitoriale che risulta offuscata dal dolore e dal conflitto e rimettere al centro dei loro pensieri il benessere del figlio. In estrema sintesi il mediatore si fa simbolicamente da avvocato difensore del bambino e si assicura che il piano genitoriale sia steso tenendo conto dei suoi bisogni.

Fino a qui siamo in un contesto di NORMALITA’. Siamo di fronte a situazioni in cui il conflitto è definito ancora “sano”. Per sfatare un luogo comune non è la separazione a cagionare danno al figlio ma come essa viene agita, bensì una sua esposizione ad un conflitto elevato e reiterato nel tempo. Tutti di noi, anche senza aver avuto dei genitori separati, abbiamo affrontati momenti critici e dolori che generano conflitti, ma essi per poter essere utili esperienze nella vita devono essere circoscritti e limitati nel tempo.

Un altro intervento infatti è rivolta alle situazioni di alta/altissima conflittualità, dove vi è la presunzione di un pregiudizio per il minore, quindi quanto il conflitto è talmente elevato da ipotizzare un danno per il bambino. Queste coppie generalmente arrivano stremate da lunghi percorsi giudiziali nei quali i figli vengono inevitabilmente coinvolti. In queste situazioni, dove la stessa capacità genitoriale viene a volte anche messa in discussione, il giudice o gli avvocati di parte procedono alla nomina di un Coordinatore genitoriale forense che non solo supporta la coppia genitoriale nella stesura degli accordi di separazione ma supervisiona il suo operato, fino al punto di poter decidere al suo posto per questioni minori sui figli (qui attenzione siamo di fronte ad un professionista che in casi estremi e particolari può sostituirsi ai genitori assumendo potere decisionale autonomo). Qui è chiaro che siamo di fronte ad una cornice intragiudiziale, perché, mentre la mediazione familiare sospende l’eventuale azione giudiziale in corso e si configura come azione extragiudiziale che quindi impone ai due genitori di astenersi da ogni azione in tribunale, la coordinazione fa parte integrante del procedimento e può in certi casi condizionare l’esito della sentenza di separazione. La peculiarità di questo profilo professionale richiede delle competenze psico-giuridiche. Il foro di Pordenone si distingue da altri per la stretta collaborazione tra professioni psicologiche e professioni giuridiche, tantoché è presente una delle poche associazioni di mediatori e avvocati del diritto di famiglia che collabora attivamente per garantire un’ottimale gestione di queste famiglie altamente conflittuali. Scopo condiviso è traghettare la coppia nel suo percorso di separazione rendendolo meno doloro possibile e preservare il bambino dagli attacchi giudiziali che i genitori potrebbero voler agire.

 

 

Sara covallero Chi sono

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